"Un'Europa unita e senza più guerre"
Appello dei protagonisti di "Giovani Idee"
Il convegno
A Brescia confronto internazionale fra studenti delle superiori sul fututo della UE
Gori: serve un protagonismo europeo. L'ambasciatore polacco: confido nelle nuove generazioni
«Quel terribile 24 febbraio del 2022 è iniziato con una telefonata di mia madre per dirmi che non sarei andato alla partita di pallone. Mi ha chiesto anche di non leggere le notizie, ma il mio telefono era già pieno di messaggi orribili sulla guerra che era appena scoppiata. La sera stessa, colonne di carri armati sono entrate in città. Mai, dai tempi della Seconda guerra mondiale, così tanti mezzi militari si erano più visti nella nostra cittadina di 30mila abitanti. La gente intorno era confusa e spaventata; le esplosioni sono proseguite per più di un giorno, facendomi svegliare di notte di soprassalto. Sembrava che delle case vicine non fosse rimasto nulla e quando sono uscito per strada non ho più riconosciuto il luogo in cui avevo trascorso la mia infanzia». Maksym ha 16 anni, viveva nella regione di Zaporzhzhia quando a fine febbraio dell’anno scorso l’esercito russo ha fatto nella sua città, occupandola. Si è trasferito prima in campagna, dai nonni, poi è stato accompagnato in Polonia, dove vive tuttora da rifugiato. La sua testimonianza è stato uno dei momenti più toccanti del convegno che «Giovani Idee» ha organizzato all’Università degli studi Brescia sul tema «Giovani idee per l’Europa», a conclusione di un anno d’iniziative durante il quale l’associazione, che ha sede a Bergamo, ha portato in città e a Brescia decine di studenti che vivono nei Paesi dell’Unione. Un percorso iniziato a novembre del 2022 in Spagna, alle porte di Madrid e che si è caratterizzato per il successo del concorso internazionale dedicato ai ragazzi delle scuole superiori d’Europa (cinque le nazioni partecipanti), invitati a riflettere sulle fragilità e, in particolare, sul tema «la cultura come cura».
Il desiderio espresso da Maksym ai suoi coetanei italiani di vivere «in un’Europa unita e senza guerre» è la sollecitazione che arriva dalla lunga giornata di studio in cui un centinaio di ragazzi di licei e istituti tecnici si sono confrontati con alcuni docenti delle Università di Bergamo, Brescia e Catania sull’idea di un’Europa dei popoli, aperta ai sogni degli adulti di domani e alle loro aspettative in termini di lavoro, economia, ambiente e cultura.
Lo hanno fatto riflettendo anche sulle sollecitazioni che hanno offerto loro in apertura del convegno il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, padre Beniamino Sacco, del Centro accoglienza immigrati di Vittoria (Rg) e Piotr Nowina Konopka già ambasciatore di Polonia presso la Santa Sede. «Ciò che è emerso in questi ultimi due anni – ha detto Gori, facendo riferimento alla guerra in Ucraina – è uno straordinario bisogno di un protagonismo europeo. Riuscire a far fare all’Europa un salto verso una dimensione politica, sarà la partita dei prossimi anni che si accompagna alla volontà di allargare i confini. È importante rafforzare la capacità di decidere dell’Europa, di avere una linea sulla politica estera ed industriale e una comune linea di difesa che oggi più che mai è necessaria».
I ragazzi come eredi di una generazione che non ha saputo unire del tutto l’Europa; è questo il messaggio dell’ambasciatore Konopka: «Dobbiamo superare il concetto di sovranità nazionale – ha detto – e il passaggio generazionale rappresenta una grande opportunità per l’Europa». Ha fatto invece ricorso ai sogni padre Beniamino Sacco: «sogni che possono diventare realtà – ha detto –, come quelli di don Primo Mazzolari e di Madre Teresa, che hanno saputo costruire qualcosa di grande. Il nostro compito è di far sognare questi giovani, ascoltandoli senza giudicarli ed invitandoli ad ascoltarsi, perché hanno potenzialità enormi».
Il convegno, realizzato in collaborazione con la Fondazione Micheletti di Brescia e il sostegno della Provincia di Bergamo, da anni partner di Giovani Idee, è stato dedicato alla memoria del senatore Sandro Fontana a 10 anni dalla scomparsa. La sua figura è stata ricordata dal presidente della Fondazione, Paolo Corsini, dal consigliere comunale di Brescia Franco Capra e da Gianpietro Benigni, anima di Giovani Idee, che ha ricordato anche, nell’anno della Capitale della Cultura, come Bergamo e Brescia già da 25 anni siano unite nella realizzazione di tante iniziative grazie anche alle attività dell’associazione.
Sergio Cotti